Il progetto
Il progetto Roxana nasce nell’aprile 2000. Ente promotore e gestore del progetto è la Provincia di Foggia – Assessorato alle Politiche Sociali, in collaborazione con partners locali. Dal 2011 è promosso e cofinanziato anche dalla Provincia di Avellino.
Scopo del progetto, ormai giunto alla 13ª edizione, è la protezione e il sostegno delle donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale.
Con il termine “tratta” si intende il trasferimento di persone con l’inganno o la forza, finalizzato al lavoro forzato, alla servitù o a pratiche assimilabili alla schiavitù. Questo fenomeno, ormai presente su scala mondiale, costituisce una forma di prigionia perché i trafficanti usano violenza, minacce e altre forme di coercizione per costringere le vittime a lavorare contro il proprio volere.
L’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, stima che attualmente circa 1.000.000 di esseri umani sono trafficati ogni anno nel mondo, di questi solo 500.000 in Europa. In Italia, per quanto riguarda la tratta finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, pur nella difficoltà di poter avere dati certi sul fenomeno per il suo carattere di clandestinità, si stima una presenza di prostitute straniere che oscilla tra le 19.000 e le 26.000.
Il progetto Roxana offre alle donne vittime di prostituzione coatta la possibilità di accedere a programmi di protezione grazie all’applicazione dell’art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione (Decreto Legge n. 286/98 sull’immigrazione).
L’art. 18 prevede infatti, nel caso “siano accertate situazioni di violenza o di grave sfruttamento nei confronti di uno straniero ed emergano concreti pericoli per la sua incolumità, per effetto dei tentativi di sottrarsi ai condizionamenti di un’associazione dedita ad uno dei predetti delitti o delle dichiarazioni rese nel corso delle indagini preliminari o del giudizio”, il rilascio da parte del questore di “uno speciale permesso di soggiorno per consentire allo straniero di sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti dell’organizzazione criminale e di partecipare ad un programma di assistenza ed integrazione sociale”.